Lavorare d’ estate è una tortura alla quale nemmeno le scienze più sofisticate hanno saputo porre rimedio . Monsieur Guilloche , seduto sulla propria poltroncina in pelle – comodissima , cela est sur , ma sicuramente troppo soggetta a innalzamenti termici nel periodo estivo – stava controllando annoiato che l’ azienda che forniva acqua Vichy al supermercato di cui era contabile avesse emesso una Nota di Credito per merce non consegnata . Chiuse un attimo gli occhi , cercando di far riposare un poco le pupille , stanche da quel lungo lavoro al PC – un vecchissimo Olivetti importato da una fabbrica torinese , un pezzo d’ epoca insomma … - , quando lo scroscio dello sciacquone del bagno attiguo all’ ufficio lo fece distrarre . Fu quella distrazione ad essergli fatale . Vide il mare , uno splendido motoscafo e lei , Giselle , il suo bellissimo capo , la donna – o meglio , la domina – che ogni uomo ragionevolmente femminista avrebbe desiderato . Indossava un pareo a fiori azzurri , sopra un bikini nero che – nel suo essere essenziale – la rendeva sicuramente desiderabile . L’ espressione di Giselle , però , non faceva pregustare alcun momento piacevole . - Monsieur Guilloche ! – la voce della donna lo riscosse , facendolo ripiombare nelle grigia quotidianità del suo uffcio la cui temperatura eguagliava sicuramente quella del Sahara – Non sa che sul luogo di lavoro non è consentito dormire ? ! Allez , travaillez !!! - . Era proprio vero che non era sempre l’ uomo a portare i pantaloni … |