Esercizio LABORATORIO DI SCRITTURA Masserelli Francesca EMOH Sono le 2 del pomeriggio e la mia permanenza in questa città sta per terminare . Sono pronta a ripartire e questa volta con la destinazione ultima di tornare a casa . Lascio però a malincuore la città , la caotica Emoh , che tanto cara mi aveva ospitato in questo intermezzo di vita turbolenta .# Circa un anno era passato dal mio arrivo . Ero ancora un' adolescente impaurita e allo stesso tempo curiosa di esplorare la vita . Ora mi ritrovo una piccola donna cresciuta , carica di esperienze e pronta a ripartire , ad affrontare la vita da sola e a ritrovare il concetto di casa da qualche parte per il mondo .# Come un ricordo ancora vivo nella mente , sento il freddo pungente di quel giorno in cui arrivai . Nonostante fosse l' ora di pranzo il sole ancora timido scaldava appena il mio lungo cappotto . La scena ora mi appare più viva e vedo anche materializzato nei miei ricordi uno zio mai conosciuto che mi aspettava ansioso .# L' immagine si trasforma in un flash back e vedo lo zio , tutto desideroso di portarmi le valigie , trascinarmi per mano verso l' uscita della stazione . Io ancora un pò frastornata dal viaggio e dalle circostante intime in cui mi trovavo , cercavo altrove con lo sguardo vagheggiante nell' aria un appiglio , un conforto . I miei pensieri rallentavano il mio passo . Improvvisamente mi destai turbata . Lo spintone di un personaggio schivo fece precipitare i bagagli che lo zio con tanta cura portava .# La valigia cadde e scatenò una reazione a catena caotica e assurda intorno a noi .# Il bagaglio precipitò proprio su un tavolino del dehor del bar della stazione dove una deliziosa vecchietta sorseggiava un the in compagnia del suo cagnolino .# La tranquillità che pochi secondi prima regnava , fu in un solo momento trasformata in totale confusione . La scena del tavolino gambe all' aria ribaltato per terra , della deliziosa vecchietta stralunata per l' accaduto e distratta dalla fuga del cagnolino tanto amato , mi colpì . La scena era la materiale rappresentazione del mio stato d' animo all' arrivo ad Emoh . Il ricordo è ancora vivo , ma come la nebbia offuscava la mia mente insicura in quel momento , così un sottile velo divideva i miei pensieri dalla realtà circostante .Non ricordo altro . Ma quando penso a questo anno trascorso ad Emoh i miei ricordi si focalizzano proprio sul mio arrivo e sulla scena che tanto mi colpì . Tre oggetti dell' accaduto erano e sono la rappresentazione metaforica di me stessa : un treno sinonimo del viaggio , un tavolino ribaltato rappresentazione di uno sconvolgimento interiore e un cagnolino che scappa simbolo della fuga , della ricerca dell' eterna libertà , ma soprattutto del ritorno e del cammino per ritrovare una propria strada verso casa . La casa che ora tanto sogno e cerco .# |