C’era una volta un asino che lavorava per un mugnaio dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina .
Da anni e anni il povero asino portava sacchi pieni di frumento al mulino e poi li riportava indietro carichi di farina . Un brutto giorno , però , vedendolo sfinito sotto quel peso , il padrone gli disse
“Sei diventato troppo vecchio per questo lavoro sei lento , non hai più forze e non posso più caricarti a dovere . Non mi resta che portarti al macello .”
“Bell’ingrato , bella riconoscenza , la tua . Con tutti i sacrifici che ho fatto per te in questi anni” pensò l’asino . E siccome non aveva alcuna voglia di vedersi ridotto a pelle di tamburo , non appena il padrone si allontanò per prendere accordi col macellaio , ne approfittò per fuggire più in fretta che poté , quanto gli consentivano le zampe doloranti .
“Non sarò più capace di portare pesi e la schiena mi fa male , ma ho ancora un raglio potente . E ho imparato anche a suonare il liuto . Ho un’idea andrò a Brema e mi farò assumere come musicista nella banda cittadina” pensò l’asino , ottimista .
Armato di belle speranze , si avviò di buon passo verso Brema . La strada era lunga e ci volevano almeno due giorni di cammino . Dopo non molto , l’asino si imbatté in un cane da caccia , sdraiato sul ciglio della strada . Il poverino sembrava sul punto di tirare le cuoia ansimava e sbuffava come un mantice .
“Ehilà , amico , che ti succede Perché sbuffi in quel modo ” gli chiese l’asino , fermandosi davanti a lui .
“Sapessi . . . sono appena scampato a una triste fine . Il mio padrone voleva sbarazzarsi di me . E pensare che sono sempre stato il suo cane più fedele . Dovevi vedermi da giovane non c’era fagiano , lepre o pernice che mi sfuggisse , ed ero il prediletto del mio padrone . Ma adesso sono diventato vecchio e non ho più l’agilità e le energie di un tempo . Le ultime le ho spese tutte per sfuggire alla morte . Ed eccomi qui , vecchio , debole e inutile . Come farò a vivere , ora ”
“Su , su , non ti abbattere , devi reagire . Guarda me anch’io stavo per fare la tua fine e sono scappato . Ora vado a Brema a suonare nella banda . Unisciti a me , io suonerò il liuto e tu , vediamo . . . tu potresti suonare la grancassa” propose l’asino .
Il vecchio cane da caccia si sollevò a fatica sulle zampe e disse “Perché no E vada per la grancassa tutto sommato , ho solo da guadagnarci . Meglio battere la grancassa che essere abbattutto .”
“Così mi piaci! Vedrai , ci prenderanno subito con te alla grancassa a me il liuto , la banda farà un affare .”
Così i due compari ripresero insieme il cammino , ragliando e latrando che era un piacere . Dopo un po’ incontrarono un gatto acciambellato su un muretto . Il poverino aveva un aspetto malandato e l’aria più infelice del mondo .
“Be’ , e a te che cosa è successo Cos’è quell’aria mogia Raccontalo a noi , che siamo esperti” scherzò l’asino .
“Sono il felino più sventurato del mondo” miagolò triste il gatto .
“Fino a poco tempo fa ero il re della casa . Spadroneggiavo , e tutti mi volevano bene . Ero considerato il più grande cacciatore di topi . Ma ora la mia vista non è più quella di una volta , i denti mi fanno male e ai topi preferisco un sonnellino vicino alla stufa . Così la mia padrona si è stancata di me , mi ha acchiappato e stava per affogarmi dentro la fontana . Ma sono riuscito a scappare per un pelo , proprio per un pelo . Ed eccomi qui , senza un tetto , senza un fuoco , senza niente da mangiare .”
“Sta’ allegro , ci siamo qui noi!” esclamò l’asino . “Alzati e seguici . Stiamo andando a Brema a suonare nella banda musicale . Ho il sospetto che tu te ne intenda di serenate perciò smettila di lagnarti , riserva i tuoi miagolii per Brema e vedrai che anche il tuo stomaco ne trarrà vantaggio .”
Il gatto non si fece pregare . La prospettiva di riempire la pancia gli diede nuove forze , così si unì ai due compari . Insieme i tre ripresero il cammino e arrivarono nel cortile di una fattoria . Sulla porta della casa c’era un gallo che cantava con tutta la forza che aveva in corpo , ma i suoi sembravano più chicchirichì di disperazione che di gioia .
“Ma sei ammattito ” disse l’asino . “Ci stai rompendo i timpani , e non è più l’alba , è pomeriggio inoltrato .”
“Sto annunciando il bel tempo . Domani è giorno di gran festa e la mia padrona ha deciso di tirarmi il collo e mettermi in pentola . Così canto e mi sfogo prima di finire nel piatto .”
“Non essere sciocco visto che hai una bella voce , unisciti a noi . Stiamo andando a Brema a cantare e suonare nella banda cittadina” disse l’asino .
Il gallo accettò di buon grado meglio tentare la ventura che finire rosolato con carote e cipolle . E così tutti e quattro si misero in cammino . Ma ormai la giornata era alla fine , e di lì a poco scese la sera .