L’apprendente viene identificato come un elaboratore di informazioni egli riceve input da familiari , insegnanti e suoi pari , elabora questo input trasformandolo in un intake che si evolve poi attraverso un output in qualche misura quantificabile . Anche se l’antropologia linguistica e la linguistica applicata hanno sottolineato il fatto che la comunicazione in contesti sociali implica una negoziazione del significato , la metafora meccanica della acquisizione rimane un forte punto di riferimento per molti insegnanti di lingua .
E’ però possibile contrapporre un punto di vista che ci permette di spostare l’attenzione sul fare piuttosto che sull’acquisire e sull’avere , e soprattutto ci permette di comprendere che il processo di apprendimento è un processo senza fine .
Secondo Lemke {2002 } , con la metafora dell’acquisizione si rischia una riduzione di tipo meccanicista del processo cognitivo e particolarmente del processo di apprendimento linguistico se consideriamo l’apprendimento linguistico come una successione di atti di acquisizione di dati , implicitamente assimiliamo la mente della persona che apprende una lingua a quella di un robot , di un elaboratore di informazioni discrete , sequenzialmente riproducibili . E il riduzionismo cognitivo è un atteggiamento scientifico da abbandonare , o perlomeno da integrare con approcci di tipo antropologico .